Sociale

8 marzo: gli auguri di una donna

di Chiara Pineta

Un’occasione che con leggerezza e mimose viene vissuta spesso come una scusa per baciarci nel giorno in cui ufficialmente ricorre la giornata mondiale della festa della donna. Eppure la storia della nostra festa è tutt’altro che allegra: si fa risalire all’incendio che uccise oltre cento operaie in una fabbrica di camicie a New York l’8 marzo 1908, anche se sembra sia in realtà accaduto il 25 marzo del 1911. Fatto sta che morirono oltre centoquaranta persone, soprattutto donne, immigrate italiane e dell’Europa dell’Est. 
La prima volta la festa della donna non fu festeggiata l’8 marzo, ma il 28 febbraio: era il 1909 e il Partito Socialista americano organizzò una manifestazione a favore del diritto di voto per le donne, introdotto poi negli Stati Uniti nel 1920. In occasione della seconda conferenza internazionale delle donne, organizzata nel 1910 a Copenaghen, si discusse di istituire una festa ufficiale, senza però stabilire una data precisa. L’anno successivo, il 19 marzo, fu festeggiata da oltre un milione di donne in Svizzera, in Danimarca, nell’impero austroungarico e in quello tedesco. 
La prima festa della donna a essere festeggiata un 8 marzo fu quella del 1914, forse perché era domenica. Tre anni dopo ci fu un’altra manifestazione, sempre l’8 marzo, nella quale le donne della capitale dell’impero zarista russo a San Pietroburgo, protestarono per chiedere la fine della guerra. Quattro giorni dopo lo zar abdicò e il governo provvisorio concesse alle donne il diritto di voto: quella delle donne di San Pietroburgo fu una delle prime e più importanti manifestazioni di quella che oggi è chiamata Rivoluzione di Febbraio (perché, per il calendario giuliano all’epoca in vigore in Russia, avvenne il 23 febbraio). Dopo la rivoluzione bolscevica, nel 1922 Vladimir Lenin istituì l’8 marzo come festività ufficiale.
Fino agli anni Settanta la festa della donna si festeggiò quasi esclusivamente nei paesi dell’Unione Sovietica e in Cina. Il 1975 fu dichiarato “Anno internazionale delle donne” e le Nazioni Unite invitarono tutti i paesi membri a celebrare la ricorrenza dell’8 marzo. Due anni dopo l’ONU istituzionalizzò la festività con una risoluzione ufficiale. Oggi la Festa Internazionale della donna si celebra in tutto il mondo per ricordare i diritti e le conquiste sociali ottenuti dalle donne, ma con differenze culturali tra i Paesi (per esempio in Italia si regalano le mimose). 
Lascia piuttosto interdetti pensare che cento anni fa il nostro mondo non garantisse pari diritti e responsabilità alle donne, per cui non potevano essere considerate allo stesso livello, con uguale intelligenza, pari capacità e possibilità sotto tutti gli aspetti. 
Qualcuno vorrebbe ridurla all’ennesima festa commerciale, consumistica, senza alcuna necessità di riflessione. Invece la festa delle donna resta più attuale che mai e non solo perché ci sono paesi al mondo in cui le donne sono di fatto considerate degli esseri umani inferiori tanto che non possono uscire da sole, guidare una macchina, andare a scuola o decidere del proprio futuro. Anche da noi c’è chi banalizza questa giornata come l'occasione da una parte per regalare baci e mimose e dall’altra per uscire con le amiche, lasciando mariti, compagni, padri e figli a casa e concedersi qualche "sfizio", che magari in altre serate non sarebbe permesso perché bisogna preparare la cena, accudire figli e nonni, ecc., ecc. È molto triste pensare che per tante di noi l’unica opportunità di riscatto sia rappresentata da questa festa. Basta pensare al proverbio friulano che dice “lis feminis a tegnin su tre cjantons di une cjase” e a quello che succede nei nostri paesi: pensiamo di vivere un territorio con opportunità di studiare, di lavorare, di vivere con pari opportunità, mentre molte realtà sono ben lontane dall’aver cambiato tradizioni e abitudini che sembrano così radicate anche nel mondo della cultura e dell’innovazione nel Medio Friuli. 
Che significato hanno gli auguri e le mimose che ci porgono se rappresentano un ulteriore modo di mettere in evidenza le differenze con gli uomini? Sogno un mondo senza distinzioni, senza necessità di precisare il genere delle persone che svolgono un incarico, esattamente al contrario della Presidente della Camera Laura Boldrini che vorrebbe la versione femminile di tutti i termini. Io sono propensa alla tendenza anglosassone in cui il termine panettiere, direttore o qualsiasi altro mestiere non cambia in alcun modo in relazione a chi lo svolge. Sono a favore di un ripensamento della società per la reale armonizzazione dei compiti tra generi affinché le donne, portatrici di una visione diversa e complementare, possano essere co-protagoniste delle scelte private e della vita pubblica.
I miei auguri a tutti noi sono non per l’8 marzo, ma per un futuro migliore, senza distinzioni, senza differenze, senza diversità basate su qualsiasi caratteristica, nemmeno il sesso.

EVENTI DI OGGI

Villa Valetudine, Via Codroipo 25, Camino al Tagliamento, 10.00 - 18.00 ore ogni giorno anche sabato e domenica
Mostra Personale Vanni Martina
SEGNALA EVENTO
GALLERY
INFO UTILI
RIVISTA STAMPATA
Ultimo aggiornamento: 13/08/2025 14:07