Arte e spettacoli, Ricordi

Addio alla Raffaella nazionale

di Angelo Cannella

Se ne andata un pezzo non solo della televisione, del cinema, della musica nazionale, ma un vero e proprio simbolo della cultura italiana. Si è spenta infatti il 5 luglio per una grave malattia Raffaella Carrà.
Descrivere il suo percorso artistico richiederebbe pagine e pagine, come pure sarebbe complicato descrivere quanto sia stata importante la sua figura per la cultura in generale per il nostro Paese.
Sicuramente con lei, se ne va un pezzo del cuore degli italiani, di tutte le fasce d’età; sì, perché anche sui social, il vero mezzo di comunicazione dei giovani di oggi, si assiste ad un lunghissimo e commosso saluto a questa vera e propria icona.
E questo è sicuramente un simbolo di quanto fosse conosciuta, ammirata Raffaella Carrà.
Un fenomeno. L'Italia l'ha definita la sua Regina Televisiva, anche se lei ha mosso i suoi primi passi nel cinema.
Nata a Bologna 78 anni fa, trascorse buona parte della sua primissima infanzia a Bellaria, piccolo paese della provincia riminese. A soli otto anni, lascia il suo paese natale per Roma, dove entra all'Accademia Nazionale di Danza.
Debutta precocemente nel film “Tormento del passato”, del 1952, di Mario Bonnard, proseguendo la sua carriera cinematografica nel” Il peccato degli anni verdi (1960) di Leopoldo Trieste e “Ulisse contro Ercole”, “Maciste, l'uomo più forte del mondo”, “Maciste nella terra dei ciclopi”. Nel 1961 “Cinque marines per cento ragazze”, recita accanto a grandi star come Ugo Tognazzi e Virna Lisi.
Molto apprezzata anche all'estero, in Spagna sarà nel cast de “L'ombra di Zorro” (1962) e in Francia girerà “L'amore e la chance” (1964), tornando in Italia solo per il film del grande Mario Monicelli “I compagni” (1963).
La sfida con il tubo catodico avviene nel 1965, Raffaella è giovanissima e si impone nel cast di Scaramouche di Daniele D'Anza, miniserie televisiva con Domenico Modugno. Lo stesso anno interpreta ben 3 film: “Rose rosse per Angelica “di Steno, accanto a Giulio Bosetti; la pellicola bellica “Il colonnello Von Ryan”, duettando nientemeno che con un Frank Sinatra in versione aviatore Usa in campo di concentramento italiano.
L'avventuroso “Il santo prende la mira” (1966) di Christian-Jaque, il comico “Il vostro superagente Flit “(1966) di Mariano Laurenti e “Il caso "Venere privata" (1970) di Yves Boisset rendono ancora più popolare la Carrà che comincia a muovere i suoi primi passi come brillante show girl.
Affiancherà Corrado nella trasmissione “Canzonissima '70”, che coinciderà con un enorme successo personale. La sigla della trasmissione "Ma che musica maestro" sale ai vertici delle Hit Parade, seguito poi dal suo primo LP "Raffaella".
L'anno seguente la Rai la riconferma nel cast di Canzonissima, sempre accanto a Corrado, ma con una sigla nuovissima che scalerà la Top Ten: "Chissà se va" a cui seguono "Tuca Tuca" (il ballo dello scandalo) e "Maga Maghella".
Scelta per affiancare la grande Mina nel varietà tv “Milleluci”, le due artiste, grazie al loro particolare talento, getteranno nelle pagine della storia della tv italiana uno dei più bei programmi mai fatti, ancora oggi difficile da superare per qualità.
Conduttrice di “Canzonissima '74”, lancia la prima canzone dance italiana: "Rumore", un brano che spopola anche in Spagna, Francia, Grecia, Turchia, Olanda, Giappone, Russia, Canada e Sud America che la incoronano la Regina delle Hit Parade, nonché degli show televisivi.
Tornata in Italia nel 1978, diventa la madre di tutti i tormentoni con "Tanti Auguri" (conosciuta anche come "Com'è bello far l'amore da Trieste in giù"), sigla del programma “Ma che sera” con Paolo Panelli.
Negli anni ottanta conduce show come “Mille milioni” (1980) e “Fantastico 3” (1982), con la mitica sigla "Ballo ballo" che balza ai primi posti delle classifiche musicali italiane.
“Pronto... Raffaella?” è uno dei primi talk-show italiani che inaugura la fascia di mezzogiorno dei programmi della Rai con un successo strepitoso a cui segue nel 1996 “Carramba che sorpresa!”, osannato da pubblico e audience e che si replicherà per ben 3 edizioni.
Raffaella Carrà muore a 78 anni, il 5 luglio del 2021. Intelligente, con un notevole senso dell'umorismo e un particolare eclettismo, rimarrà per sempre un'icona artistica immortalata da alcune delle pagine più importanti della televisione italiana.

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Ultimo aggiornamento: 08/10/2025 15:35