29/11/2021
Arte e spettacoli
Encanto, ultimo capolavoro di animazione della Disney
di Angelo Cannella
Esce proprio in questi giorni il nuovo capolavoro della Disney “Encanto”, per la gioia non solo dei più piccoli, ma anche dei grandi che sono cresciuti guardando e riguardando questi capolavori, specialmente nel periodo natalizio.
E proprio “Encanto” è il sessantesimo capolavoro della Disney che proprio 60 anni fa esordiva portando al cinema il cartone animato di “Biancaneve e i sette nani!; questa opera, rimasta nel cuore di tutti gli spettatori, ha fatto il suo esordio ben 87 anni fa, essendo uscito nel lontano 1937. All’inizio, nessuno credeva che potesse andare bene, , nemmeno la stessa moglie di Walt Disney; ma grazie agli incassi ricavati dal film, Disney poté fondare la Walt Disney Studios.
Molti dei classici usciti in questo arco temporale hanno diverse caratteristiche: ad esempio “Dumbo”- uscito nel 1941- è l’unico protagonista di un classico Disney che non pronuncia nemmeno una battuta.
“Gli Aristogatti” – uscito nel 1970- è stato invece il primo classico uscito dopo la morte di Walt Disney, che morì nel 1966, poco dopo aver approvato il film.
“Encanto” rende onore ai migliori classici della casa di Topolino; ambientato in un luogo magico tra le montagne della Colombia, ha calore, profondità ed estro.
Al centro della scena una dinastia la cui epica avventura, complice l’esplosione di colori e di energia, veicola riflessioni profonde, lasciando che affiori un significato universale e senza tempo.
Protagonista di “Encanto” è la famiglia Madrigal, in cui ogni componente ha un dono speciale ricevuto grazie a un miracolo originatosi molto tempo addietro, quando la matriarca Alma perse il marito. La fiamma eterna di una candela risiede da allora al centro non solo della casa magica e senziente dei Madrigal ma anche del piccolo villaggio, garantendo benessere e protezione. L’unica a non avere ricevuto un potere soprannaturale è Mirabel, ragazzina goffa ma empatica, che fa di tutto per rendersi utile ugualmente. Quando si rende conto che la tradizione magica di Encanto è in pericolo, però, nessuno le crede. Poco importa. Lei intende andare a fondo e scoprire quale mistero minacci l’incantesimo fonte di prosperità.
La musica in “Encanto” è fondamentale: le scene in cui la fa da padrone non solo appaiono di bellezza abbagliante, coreografate come sono, ma costituiscono parte integrante della narrazione, con un importante messaggio di fondo: ogni crisi può essere superata se ci sono amore e volontà, le due magie più grandi di sempre.
Non c’è un cattivo tradizionale in “Encanto”, ma ve ne sono tanti e subdoli: sono i demoni interiori da un lato e le aspettative esterne dall’altro. Perché la vita può essere complicata anche dall’atteggiamento con cui le si va incontro e da persone che fanno parte della nostra rete di affetti ma, in buona fede, concorrono a renderci schiavi di un ruolo preconfezionato.
Il risultato è un cartoon etnico-esistenziale che esalta il senso della famiglia, dell’amicizia, della gentilezza e, in omaggio alla consistente comunità ispanica negli Stati Uniti, si colloca in un paradisiaco Sudamerica vicino ai romanzi di Gabriel Garcia Marquez.