Codroipo

Europa in Comune con Elly Schlein

di Astrid Virili

Sabato 30 marzo il gruppo di minoranza Altre Prospettive ha organizzato un incontro con l'europarlamentare Elly Schlein, che si è svolto presso la sala conferenze della Banca TER a Codroipo. Moderatore della serata è stato Davide Vicedomini, giornalista del Messaggero Veneto.
Elly Schlein, che fa parte del gruppo Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici, ha evidenziato che l'Unione Europea può essere una grande opportunità anche per gli enti locali come i Comuni.
L'Unione Europea immaginata con il manifesto di Ventotene non è ancora completamente realizzata, serve una maggiore apertura e soprattutto una maggiore solidarietà, con più diritti per le giovani generazioni. Un processo di maggiore unificazione era stato iniziato qualche anno fa con il progetto della Costituzione europea, progetto fallito con la vittoria del no ai referendum in Francia e nei Paesi Bassi.
Ci troviamo nel momento di maggiore crisi dell'UE, dovuta a diversi fattori. È in atto una crisi istituzionale, perché ci sono poteri economici e finanziari che si muovono a livello sovranazionale: non solo le multinazionali ma anche le grandi organizzazioni criminali. In questa situazione è impensabile che un singolo stato membro si salvi da solo: quale paese può pensare di governare da solo i flussi migratori o affrontare da solo la questione del cambiamento climatico?
Schlein si è soffermata anche sul tema della concorrenza fiscale: ogni anno nella UE mille miliardi di euro si perdono in evasione ed elusione fiscale intraeuropea, questo perché manca la volontà politica di realizzare la trasparenza fiscale. C'è una concorrenza fiscale spietata: ad esempio l'Irlanda fa pagare alle multinazionali solo lo 0,05% di tasse. Ma così ci perdono tutti. In questa fase storica prevalgono i sentimenti antieuropeisti, questo perché negli anni scorsi l'Europa è apparsa tutta concentrata sul controllo dei bilanci, mentre è mancato un piano di investimenti per rilanciare l'economia, la ricerca e lo sviluppo. Chi guadagna voti in questo momento non è chi cerca un rilancio ma chi cerca un nemico, un capro espiatorio. Il parlamento europeo ha approvato la riforma del Regolamento di Dublino con una larga maggioranza, superando così il criterio di accoglienza nel primo paese di ingresso e stabilendo delle quote per suddividere i richiedenti asilo tra tutti gli stati membri. Eppure queste cose le persone comuni non le sanno perché i media non ne parlano.
Esiste oggi un'alternativa al nazionalismo? Le forze progressiste ed ecologiste dovrebbero unirsi ma la sinistra è un mondo frastagliato. Schlein da alcuni mesi si sta adoperando per costruire quello che lei definisce il “terzo spazio”, cioè una forza alternativa sia ai nazionalismi, sia alle forze che hanno portato a questa crisi con le politiche dell'austerità. Questo sarà possibile solo mettendo le idee davanti alle persone, alleandosi con chi condivide le stesse idee progressiste ed ecologiste.
Schlein si è detta preoccupata e amareggiata perché le elezioni europee rischiano di essere un'occasione persa in tal senso. Sperava che si riuscissero a superare le logiche identitarie: oggi c'è sì una maggior voglia di mobilitazione, ma anche se le forze progressiste sono numericamente maggiori non riescono a unirsi e così vince una minoranza. Non c'è al momento una politica giovanile, e anche se non se ne parla, sono di più gli italiani partiti che gli immigrati entrati nel nostro paese. Eppure, si potrebbero creare tanti nuovi posti di lavoro, in particolare nell'ambito della transizione ecologica. Ad esempio con le ESCo (Energy Service Company) che sono una realtà ancora poco conosciuta: si tratta di imprese che effettuano interventi di ristrutturazione per migliorare l'efficienza energetica, assumendosi il rischio dell'iniziativa e dividendo i risparmi economici con il cliente. Le istituzioni europee purtroppo non sanno comunicare bene tutte le opportunità che offrono, e spesso le amministrazioni locali non sono attente a cogliere queste opportunità, tanto che l'Italia riesce a sfruttare solo in minima parte i fondi europei.
La sfida più grande è la democratizzazione delle strutture europee. Servono partiti, sindacati, associazioni più europee. Non c'è soluzione per l'Italia che non passi per la solidarietà europea.

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Ultimo aggiornamento: 18/04/2024 07:20