Camino al Tagliamento, Codroipo, Regione

Fusione Codroipo Camino: le reazioni politiche del Pd e di Fratelli d'Italia

di Marco Calligaris

Dopo l'approvazione della delibera per la fusione dei Comuni di Codroipo e Camino al Tagliamento sono arrivate numerose reazioni politiche extraconsiliari dai rappresentanti politici locali. 


Per il segretario codroipese del Pd Nicolò Berti, la prima delle due sedute di mercoledì 27 gennaio è risultata essere “una seduta tragicomica. -ha commentato- Fino a che punto il sindaco Marchetti è determinato a spingere sull’acceleratore di questa fusione. Perché, se si rimanda la seduta per dare più tempo ai consiglieri di dibattere sull’argomento (come ha dichiarato il sindaco alla stampa), non si è rimandata la discussione di una settimana invece che di un solo giorno? Come ha fatto poi, in base sempre alle dichiarazioni rilasciate alla stampa, a non accorgersi prima delle evidenti difficoltà che il dirigente pubblico ha avuto nello svolgere le proprie funzioni? Perché insistere a tutti i costi a favore di un’iniziativa che poteva essere una grande occasione per Codroipo, e che invece si è trasformata (in seguito anche alle voci che sono trapelate sulla stampa e sui social network sulle presunte “reali” condizioni del segretario comunale) in un qualcosa di imbarazzante e surreale per la seconda città più grande del Friuli? Insomma – ha proseguito Berti- questi sono dei dubbi che avevamo già sollevato prima di questa seduta e che con oggi non possono più essere ignorati. Sul piano amministrativo poi va detto che il comune di Camino al Tagliamento è inesistente da almeno 5 anni. Con un solo dipendente che deve svolgere diverse mansioni (dalla cura delle aiuole pubbliche, alla gestione della piazzola ecologica, alla guida dello scuolabus), il comune di Camino di fatto non può erogare efficacemente nessun tipo di servizio al cittadino. Il resto delle funzioni (come l’anagrafe, l’assistenza sociale, la segreteria comunale, l’ufficio tributi, urbanistica, ecc.) sono svolti da dipendenti di altri comuni che svolgono “in prestito” i loro compiti anche a Camino. Questa situazione critica è rappresentata dal fatto che è il sindaco a dover redigere di suo pugno le proposte di delibera della giunta comunale. La fusione con Codroipo permetterebbe ai cittadini di Camino di usufruire di servizi garantiti, ovvero non dovranno temere l’improvvisa chiusura dell’ufficio anagrafe perchè l’addetto è stato spostato ad altra funzione dal comune di cui è realmente dipendente. Allo stesso tempo Codroipo dovrà accollarsi il debito che il comune di Camino ha accumulato in questi anni, anche se per le casse della cittadina capoluogo del Medio Friuli si tratta di un “sacrificio” ammortizzabile visto anche il “premio” per la fusione che arriverà dalla Regione (si tratta di una somma che varia dagli 800.000 al 1.000.000 di euro, spalmata in 3 anni). Ultima delle conseguenze amministrative – ha concluso il segretario del Pd codroipese- sarà l’accorpamento degli uffici, si tratterà ad esempio di uniformare il piano regolatore caminese con quello di Codroipo. L’interesse principale del circolo del Pd di Codroipo-Camino non è quello di ostacolare il percorso di fusione, bensì di correggerlo in modo tale che le evidenti lacune che presenta sotto il profilo della partecipazione democratica e della condivisione con la cittadinanza fossero sanate. Le nostre richieste aumentavano la trasparenza degli atti collegati alla fusione e cercavano di riparare il danno causato dall'amministrazione Marchetti rispetto alla mancata informazione della popolazione. Dalle dichiarazioni del sindaco Marchetti si evince che questi emendamenti sono stati respinti perché se approvati avrebbero rallentato i tempi per la fusione (la nuova delibera modificata avrebbe dovuto essere approvata anche dal consiglio di Camino con il rischio di superare il 24 febbraio, termine entro il quale i comuni che vanno al voto entro l’anno, come Codroipo, devono presentare la domanda di fusione, altrimenti si procede prima con le elezioni amministrative e poi con la fusione).Una velocità estrema, che aumenta i nostri sospetti riguardo i reali obiettivi della giunta Marchetti su questa fusione: è stata così insistentemente voluta per il bene di Codroipo e Camino o per un tornaconto politico-elettorale del partito Marchetti-Locatelli?” 


Anche Fratelli d'Italia per la Destra friulana, rappresentata da Marzio Giau, ha voluto dire la sua sulla questione. “Anche se nessuna componente di maggioranza dei due comuni di centrodestra ha chiesto a Fratelli d'Italia quale è la nostra posizione ci teniamo a precisare che Fd'I è sostanzialmente favorevole alla fusione dei due comuni. In tal senso ci rendiamo disponibili nella fase referendaria a sostenere il “si” sensibilizzando la popolazione e i nostri militanti e simpatizzanti con petizioni e incontri. Avremmo visto più volentieri la fusione anche con Bertiolo visto che l'amministrazione è a fine mandato al contrario di Varmo che è solo a inizio. Bertiolo ha preso tempo e la responsabilità politica è da imputare in questo caso, al Pd che a Trieste predica in un senso e nel territorio preferisce avere le proprie bandiere da fissare sui municipi. Speriamo quindi – ha proseguito Giau- che il progetto di fusione Codroipo Camino possa andare avanti. Cosa che sposterebbe le elezioni e consentirebbe di immaginare anche nuovi scenari sulle posizioni di Fd'I. Con il centrodestra le posizioni tra noi, Lega e Fi sono buone ma si dovrebbe rivedere qualche meccanismo. Ad esempio il Pdl che fino a pochi anni fa era la forza trainante, ora non esiste più. Pertanto la proposta di Sandra Savino coordinatrice di Forza Italia di riproporre il sindaco Marchetti da noi non è condivisa in quanto fatta da uno solo dei tre partiti della possibile coalizione. Ci sentiremo – ha continuato il rappresentante di Fratelli d' Italia- in settimana con il rappresentante della Lega Nord del Medio Friuli Ivan Del Forno e con i rappresentanti locali di LN e Fd'I per valutare eventuali valide alternative. Per quanto riguarda la questione della seduta rinviata devo affermare senza sottrarmi che tutti i presenti hanno visto quello che è successo. Tentare a posteriori di dare altre versioni fa perdere in serietà e allontana ancora di più le posizioni fra Fd'I e il sindaco uscente. Va detto oltremodo che non tutte le colpe sono del sindaco anche se è stato lui a designare il Segretario. Marchetti ha solo la responsabilità politica della situazione imbarazzante che si è creata davanti a un grandissimo pubblico. In sala erano presenti vigili e carabinieri e anche un medico politico del Pd. Nessuno ha saputo da che parte prendere in mano la situazione. Se nessuno ha saputo da che parte prendere il bandolo della matassa c'è sicuro una causa, visto che erano tutte persone intelligenti e competenti.  Atteggiamenti che vedono Fratelli d'Italia sempre più lontani, elettoralmente parlando, dal sindaco Marchetti. A titolo personale – conclude Giau- devo dire che lo vedrei anche inadeguato in veste di commissario per affrontare un tema importante come quello della fusione vista anche l'inadeguatezza, dimostrata mercoledí sera, di chi lo circonda. Il tema della fusione è un tema importante e complicato e va affrontato in maniera seria come avvenuto nella prima e ancora isolata fusione di Rivignano Teor nella quale abbiamo operato in maniera oculata e vincente.”

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Ultimo aggiornamento: 18/09/2025 23:15