15/08/2021
Arte e spettacoli, Ricordi
Gianfranco D'Angelo, addio al comico della tv anni '80
di Angelo Cannella
Addio a Gianfranco D'Angelo. L'attore è morto a Roma nella notte fra il 14 e il 15 agosto mentre era ricoverato al Policlinico Gemelli. Il 19 agosto avrebbe compiuto 85 anni. Ad annunciare la triste notizia è stato il suo ufficio stampa. Attore, comico, cabarettista, doppiatore, imitatore e cantante, era nato a Roma nel 1936.
È stato tra i protagonisti del mitico programma "Drive In" dal 1983, lo show di Antonio Ricci in onda su Italia 1. È allora che D'Angelo inventa il personaggio Has Fidanken che diventerà un vero e proprio tormentone per anni. Poi D’Angelo insieme con Ezio Greggio presenta la prima stagione storica di Striscia la notizia, andata in onda nel 1988 su Italia 1.
Cantante, comico, cabarettista: D'Angelo è un personaggio poliedrico che trascorre la sua carriera passando dal mondo del teatro a quello del cabaret, dal Puff con Lando Fiorini al Derby di Milano fino al Bagaglino con Pippo Franco finché non arriva in Rai e partecipa a diversi programmi di varietà in prima serata accanto a Raffaella Carrà.
Nel 1963 il debutto sulle assi del palco nel cast de «I Teleselettivi», commedia satirica in cartellone al Teatro delle Arti di Roma. L’avventura teatrale era proseguita al Teatro Cordino — che lo stesso D’Angelo aveva costituito con gli amici nel cuore del quartiere Trastevere, una sorta di equivalente romano del Derby di Milano a cui approderà qualche anno dopo e dove a notarlo sarà niente meno che Dario Fo, col quale nel 1964 realizza lo storico recital «22 canzoni» — in spettacoli scritti da Maurizio Costanzo.
Dal 1968 al 1970 lavora al Puff, chiamato da Lando Fiorini, dove viene notato da Garinei e Giovannini che lo scelgono per il ruolo dell’Arcivescovo tedesco in «Alleluja brava gente» con Renato Rascel e Gigi Proietti. Inizia una collaborazione assidua anche con il teatro romano Il Bagaglino di Pier Francesco Pingitore, esperienza che lo porterà a lavorare con Gabriella Ferri, Oreste Lionello, Enrico Montesano e Pippo Franco.
Dal teatro alla televisione il passo è breve. L'esordio sul piccolo schermo avviene in Rai nel 1971, anno in cui D'Angelo partecipa al programma «Sottovoce ma non troppo». Nel 1973 veste i panni di un commissario di polizia nel film per la tv «La bambola», della serie prodotta da Dario Argento «La porta sul buio». Compare in spettacoli di varietà della rete di Stato: «Milleluci» (1974 con Raffaella Carrà), «Dove sta Zazà» (1973) e «Mazzabubù» (1975). Parallelamente anche il cinema si accorge di lui. Comincia ad apparire in molti titoli cult della commedia sexy di quegli anni, da «La liceale» a «La dottoressa del distretto militare» e «La soldatessa alle grandi manovre».
Su Rai1, a cavallo tra la fine dei Settanta e l'inizi degli Ottanta, furoreggia in programmi comici, questa volta sganciato dal gruppo del Bagaglino: «La sberla», dove inaugura un sodalizio di lunga durata con Ezio Greggio, «Tilt» e «Signori si parte» lo confermano come grande monologhista e anche conduttore.
Nel 1983 approda in Fininvest (oggi Mediaset), alla corte di Antonio Ricci per «Drive In». La trasmissione comica, divenuta in seguito un cult, riscuote un successo clamoroso: D’Angelo diventerà un protagonista assoluto regalando al programma personaggi come Has Fidanken, il giornalista Gervasetto, le imitazioni impareggiabili di Raffaella Carrà, Pippo Baudo e Marina Lante della Rovere, con battute entrate nella storia della televisione («Un omaccione, con due baffetti da sparviero...»).
Il sodalizio con Ricci prosegue anche una volta terminata l'esperienza di «Drive In». Nel 1988, con Ezio Greggio e Lorella Cuccarini, D'Angelo conduce «Odiens», e poi, sempre con Greggio, presenta la prima edizione di «Striscia la notizia». Nel 1992 interpreta con Alida Chelli la sitcom «Casa dolce casa». Nella seconda metà degli anni 90 fa ritorno in Rai, dove prende parte ad alcune edizioni di «Carramba che sorpresa», «Fantastico» e «Domenica In». Gli ultimi anni della sua carriera si sono svolti soprattutto a teatro, con commedie brillanti che hanno sempre incontrato il favore del pubblico che oggi lo piange.