Arte e spettacoli

La memoria del mondo, il film di Locatelli girato in Friuli

di Angelo Cannella

Il Friuli nuovamente protagonista nel mondo del cinema: “La memoria del mondo”, il nuovo film di Mirko Locatelli con la sceneggiatura di Giuditta Tarantelli e prodotto da Strani Film, con Rai Cinema e FVG Film Commission – Film Fund, è stato presentato in questi giorni nell’albergo ristorante il Caneo (Fossalon), quartier generale della troupe.
Nasce tra i canneti della laguna di Grado il nuovo film di Mirko Locatelli, il secondo che il regista lombardo gira in regione dopo “Isabelle” del 2018; le riprese del nuovo film sono iniziate lo scorso 14 febbraio e continueranno ancora per un paio di settimane.
Infatti, grande protagonista della pellicola è la natura, che si ritaglia un posto molto particolare, in un rapporto intimo con il territorio, una storia di acqua e di fango, di ghiaccio, di rami e canneti
Il film narra la storia di Adrien, interpretato dall’attore Fabrizio Falco, studioso d’arte e biografo dell’artista visivo Ernst Bollinger, interpretato dall’attore triestino Maurizio Soldà, che si ritrova impantanato nella storia di cui è autore, coprotagonista del capitolo conclusivo della vita artistica del grande maestro. Immersi nell’atmosfera rarefatta di una laguna invernale, i due uomini, accompagnati da un giovane barcaiolo, condivideranno l’esperienza di un pellegrinaggio laico alla ricerca di una donna scomparsa, ritrovandosi ad esplorare territori interiori inaspettati e a riconoscersi figli di una memoria comune.
La storia che il regista milanese Locatelli ha ambientato totalmente in Friuli Venezia Giulia, ha avuto il primo ciak nei primi mesi di febbraio, per un totale di sei settimane di riprese che spaziano dalla laguna di Grado a Trieste, passando per la pedemontana pordenonese, toccando, nel dettaglio, le grotte di Pradis a Clauzetto -scelte anche per la loro qualità nell’accessibilità: «Sono visitabili anche in orizzontale, con le ruote», sottolinea Locatelli, che si muove su una carrozzina- e il borgo di Movada a Tramonti di Sotto, le riserve naturali di Isola della Cona e della Valle Cavanata, la foce dell’Isonzo, il villaggio di Punta Sdobba, Grado con le terme e alcuni alberghi (Grand Hotel Astoria e albergo Caneo) e Trieste, con il Magazzino 26.
Il quarto lungometraggio di Locatelli, scritto assieme a Giuditta Tarantelli, è frutto di un lavoro iniziato più di tre anni fa ed ha avuto un approccio simile a quella del documentario, con grande coinvolgimento e sinergia instauratasi tra la stessa produzione e chi vive queste terre.
Nel corso dell’incontro per la presentazione del film, il regista ha sottolineato proprio l’importanza del territorio e delle relazioni che si creano con i suoi abitanti: la storia nasce, si sviluppa e si concretizza proprio a partire da un luogo e in questa pellicola la natura gioca un ruolo predominante.
Nel 2017 il regista milanese aveva già girato nel capoluogo giuliano e sul Collio “Isabelle”, film con Ariane Ascaride nei panni di un’astrofisica francese che, dietro la vita apparentemente tranquilla nella sua casa tra i vigneti, nasconde un inconfessabile segreto.
Mirko Locatelli e la moglie, la sceneggiatrice e produttrice Giuditta Tarantelli dal Friuli Venezia Giulia non se ne sono mai andati: dal 2016 hanno aperto una sede triestina della loro casa di produzione Strani Film, che produce anche “La memoria del mondo” insieme a Rai Cinema e col supporto della FVG Film Commission.
Durante la presentazione, il regista ha raccontato che per i protagonisti, che ritornano nei luoghi della loro infanzia: “.. inizia un viaggio a ritroso nella memoria, e per il biografo un viaggio verso il fango. A portarli sulle acque della laguna c’è appunto un giovane traghettatore”.
Il rapporto con i luoghi del film è strettissimo, dichiara ancora il regista che afferma: «I territori sono quasi personaggi: abbiamo bisogno di vivere i luoghi nei quali ambientiamo una storia. Anche gli attori hanno galleggiato sulle barche, visto l’alba in laguna».

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Ultimo aggiornamento: 24/07/2025 20:37