Sedegliano, Regione

Referendum: tanta politica e poche considerazioni nel merito

di Silvia Iacuzzi

©MMMi.it
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A Sedegliano ieri sera si è tenuto un incontro organizzato dall'Associazione culturale "Liberamente Destra" e moderato da Viviana Zamarian del Messaggero Veneto per presentare le ragioni del Sì e del No al referendum costituzionale di domenica. Sono intervenuti Vittorino Boem, Consigliere regionale del PD, Riccardo Riccardi, Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, e Enrico Valoppi, già Vicesindaco di Codroipo.
Alto lo scontro tra Boem e Riccardi che si sono misurati più su aspetti politici e di competizione personale che su aspetti di merito della riforma, con polemiche e un parlarsi sopra che non hanno certo aiutato l'approfondimento di una materia piuttosto complessa. Già Cristian Molaro, presidente di Liberamente Destra, e Viviana Zamarian avevano anticipato nelle loro introduzioni come il referendum abbia acquisito una valenza squisitamente politica e sia diventato uno spartiacque pro o contro il governo, invece di un'occasione per valutare nel merito una riforma che si chiede da più parti ormai da oltre trent'anni e per cui sono state fatte numerose commissioni parlamentari, parziali provvedimenti (si pensi alla riforma del titolo V del 2001) e addirittura già un referendum nel 2006 sulla proposta dell'allora governo di centro destra.
Fortunatamente, e grazie anche alle domande del pubblico, qualche considerazione nel merito è stata fatta. Se da un lato Vittorino Boem ha sostenuto che la riforma è necessaria per dare stabilità al governo in un panorama politico che ora presenta tre poli anziché due ed è centralista per rispondere al fallimento del federalismo tentato negli ultimi vent'anni, Riccardi ha contestato che la riforma fallisce in due dei suoi obiettivi principali, perché non annulla il bicameralismo e non garantisce la stabilità di governo, per raggiungere la quale serve invece una legge elettorale adeguata. Per Valoppi bisogna prima ricomporre la spaccatura tra gli italiani e le istituzioni, e quindi arrivare ad una riforma condivisa. Boem gli ha ribattuto che è "una pia illusione sperare che si possa arrivare ad una costituente" se vince il no con forze politiche con posizioni così diverse e che il no fa leva sulla paura del nuovo, ma "il meccanismo del non voler rischiare, non ce lo possiamo più permettere". 
Per quanto riguarda la "specialità" del Friuli Venezia Giulia, il peso e il ruolo delle Regioni viene facilitato, secondo Boem, non solo dalla presenza nel nuovo Senato di Consiglieri regionali e Sindaci, ma anche dall'intesa che lo Stato deve trovare in particolare con le regioni a statuto speciale come la nostra. Riccardi ha obiettato che "l'intesa è una bufala", mentre servirebbe contrattualizzare il rapporto Stato-regioni per garantire la protezione della specialità.
Dopo oltre due ore, l'incontro è terminato con posizioni tanto lontane come in partenza e con la sensazione di averci capito poco di più, come spesso accade a questi incontri. Se davvero si vuol fare informazione nel merito, sarebbe forse auspicabile che in questi dibattiti invece di continuare a interrompere l'altra parte con frasi del tipo "quello che dici non è vero", si dovrebbe trovare un altro formato. Forse partire da verità e fatti accettati da ambo le parti invece che da posizioni precondizionate, per poi arrivare a diverse interpretazioni e soluzioni tra cui i cittadini possano poi scegliere più consapevolmente. D'altro canto anche i formati di molti talk show televisivi hanno dovuto essere modificati visti i cali di ascolto.
Comunque la si pensi, domenica  andiamo a votare e speriamo di fare la cosa giusta per l'Italia, perché il referendum non ha quorum e non possiamo lasciare che una minoranza del Paese decida della nostra Costituzione.
Ultimo aggiornamento: 19/04/2024 07:14