24/11/2015
Codroipo, Arte e spettacoli
La chiesa arcipretale intitolata a Santa Maria Maggiore sorge nel cuore di Codroipo, all’interno del sito dove anticamente sorgeva la cortina difensiva, edificata nel IX secolo come difesa dalle invasioni barbariche. La storia dell’edificio di culto è lunga e articolata: la struttura primigenia sarebbe risalente al settimo secolo.
Certa la distruzione per un incendio nel 1412. La costruzione di oggi fu edificata nel 1731 (e consacrata nel 1752) dai maestri Andrioli. Sottoposta internamente a vari rimaneggiamenti nel corso degli anni, grazie ai lavori di restauro risalenti a due anni fa, è stato possibile svelare molti elementi ormai celati. Un vero e proprio recupero con molte sorprese. Oggi l’esterno ripresenta pareti lineari di colore beige, unenti quattro colonne bianche di una facciata impreziosita solo da un portale sovrastato da un emblema marmoreo e una piccola croce sull’apice (quasi a cercare la distinzione dalle altre costruzioni) lascia trasparire la spiritualità e la sacralità del luogo.
Solo all'interno il lavoro di recupero ha consentito di apprezzare opere degne di nota: prima i dipinti del presbiterio, poi i fregi, le finiture e infine il pavimento, autentico tesoro nascosto con le sue pietre tombali e le lapidi con iscrizioni. A meta della navata, sulla sinistra, è collocato il Cristo Nero (a Codroipo dal 1809) detto così perché è stato ricavato da un legno di ebano, ma anche per la sua storia cupa. Originariamente utilizzato a Venezia per accompagnare i condannati a morte, i quali potevano baciarlo prima di essere giustiziati. Le placche d'argento poste sulla croce con nomi e date per grazia ricevuta, a testimonianza dei miracolati. La croce è un tronco che termina con un pellicano simbolo della vita. L'altare di marmo policromo è stato edificato appositamente per il Cristo Nero.
Sul lato opposto trova spazio un altro dei sette altari presenti, la Madonna del Rosario con bambino, statua in legno dorato smontabile del 1600 e da ora anche la Madonna dei Battuti. Il dipinto di Pietro Politio del 1550 che negli anni aveva perso la vividezza dei colori. Alcune toppe e riparazioni approssimative avevano peggiorato le cose. Dopo due anni di lavoro curato dal centro di restauro Andrea Mantegna a Piazzola sul Brenta (PD) è tornato a Codroipo e regala una spettacolare atmosfera meritevole di contemplazione.
Una cerimonia in occasione dell’esposizione ha visto alcuni fedeli con il sindaco Fabio Marchetti ad ascoltare, dopo l’introduzione di Don Ivan Bettuzzi e del coro, l’affascinante racconto da parte di Pierino Donada. Già direttore del Consiglio pastorale foraniale di Codroipo, dirigente scolastico, sindaco della città dal 1982 al 1992, presidente dell'associazione Cooperative Friulane. Donada è sempre stato protagonista anche nell'ambito della chiesa locale, un laico che offre una forte testimonianza per far crescere la comunità. Grande appassionato di storia, oggi è sempre impegnato data la recente nomina a presidente della commissione per le commemorazioni della grande guerra. La persona più autorevole, competente e appassionata che conosco nel Medio Friuli. Studioso con lo scopo primario di condividere, da sempre impegnato nell'insegnamento non convenzionale, nel tramandare le scoperte alle giovani generazioni, alla ricerca del confronto vivace e attivo.
A lui il compito di narrare l’importanza del dipinto e il lavoro fatto per ripristinarlo all'originario splendore. Trascrivendo le sue parole, avremmo realizzato un libro, sicuramente completo e affascinante al tempo stesso. La ricchezza di aneddoti ha consentito a ognuno di comprendere sia il significato dell’opera, sia la circostanza storica che rappresenta. La Madonna dei Battuti è tornata nel duomo di Codroipo: sarà motivo di vanto per tutti i cittadini.