Arte e spettacoli

Il buono dagli occhi di ghiaccio ha compiuto 90 anni

di Angelo Cannella

Ha tagliato la soglia dei 90 una delle star più importanti del panorama cinematografico mondiale, Clint Eastwood.
Nato durante gli anni della Grande Depressione, a San Francisco il 31 maggio del 1930, la svolta della sua carriera avviene con l'incontro con Sergio Leone che lo vuole come protagonista nella Trilogia del dollaro, la quale comprende tre capi saldi del genere spaghetti western: “Per un pugno di dollari” (1964), “Per qualche dollaro in più” (1965) e “Il buono, il brutto e il cattivo” (1966). La fama e la notorietà aumenta e viene consacrato come icona western con il film “Impiccalo più in alto” (1968). Con una carriera ormai avviata, Eastwood e “Dove osano le aquile” (1968). Comincia a misurarsi anche con ruoli diversi; già Gli avvoltoi hanno fame (1970) di Don Siegel tenta la strada di una commedia vestita da western. Nel 1971 debutta nella regia con il thriller Brivido nella notte, poi “Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo!” rispecchia un'altra delle pietre miliari della carriera di Eastwood e segna l'inizio di un genere d'azione incentrato sui poliziotti dal pugno di ferro. Gli anni '70 proseguono tra pellicole d'azione, e regie proprie (tra cui i vari sequel sull'ispettore Callaghan), alcune delle quali segnano un ritorno al western, come “Lo straniero senza nome” (1973) e “Il texano dagli occhi di ghiaccio” (1976). Nel 1979 torna a essere diretto da Siegel in “Fuga da Alcatraz”, un vero successo che non toglie più alcun dubbio alla critica sulle sue doti attoriali. Gli anni '80 segnano l'inizio di un altro grande connubio tra l'attore e il regista Buddy Van Horn, nonché il successo commerciale con la commedia “Per piacere...non salvarmi più la vita” (1984). Durante questo decennio l'Eastwood regista mette a segno buoni risultati, tra cui spicca certamente il biografico “Bird” (1988), primo lavoro a cui non partecipa come attore e con cui vince il Golden Globe come Miglior regista. Sebbene il western sembri un genere ormai definitivamente decaduto, Eastwood nel 1992 dirige Gli spietati con un cast stellato, che comprende lui stesso, Morgan Freeman, Gene Hackman e Richard Harris, riportando in auge il genere con un ultimo capolavoro, che riceve addirittura nove nomination agli Oscar, vincendone ben quattro, tra cui Miglior regista e Miglior film. Portato il western al suo massimo, si dedica esclusivamente alla regia, orientandosi verso film in cui può concertarsi sull'introspezione dei personaggi, di cui “I ponti di Madison County” (1995), dove è protagonista insieme a Maryl Streep, non è solo un esempio, ma anche il primo lavoro in cui si dedica all'approfondimento dell'amore come tema. Il nuovo millennio si apre con Space Cowboys (2000). É del 2003 un altro grande capolavoro alla regia, “Mystic River” con Sean Penn e Kevin Bacon e poi con il blasonato “Million Dollar Baby” (2004), con cui Eastwood vince quattro Oscar, di cui due vanno agli interpreti Hilary Swank e Morgan Freeman. Verso la fine del decennio dirige due pellicole storiche: il drammatico “Changeling” (2008) con Angelina Jolie e John Malkovich e il biografico “Invictus - L'invincibile” (2009). Basandosi su fatti realmente accaduti o biografici dirige i film “Jersey Boys” (2014), che racconta la storia dei “The Four Seasons”, “American Sniper” (2014), bio-pic su Chris Kyle (interpretato da Bradley Cooper), “Sully” (2016), che narra l'ammaraggio del volo US Airways 1549, e molti altri. Poi nel 2017 porta sul grande schermo la storia dell'attacco al treno Thalys del 21 agosto 2015 con “Ore 15:17 - Attacco al treno”, dove i tre militari protagonisti interpretano proprio se stessi all'interno del film. Dopo “Il corriere”, nel 2018 dirige “Richard Jewell”, storia vera tratta dall'articolo American Nightmare: The Ballad of Richard Jewell di Marie Brenner.
Ultimo aggiornamento: 19/04/2024 07:14