Arte e spettacoli

Oscar 2024: successo per il film del regista Christopher Nolan

di Angelo Cannella

Si sono svolte nella notte tra domenica 10 e lunedì 11 le premiazioni per l'Oscar 2024, che ha visto trionfare "Oppenheimer", premiato con ben 7 premi.
Occorre sottolineare come le previsioni, soprattutto per il film di Christopher Nolan, incentrata sulla vita dell'inventore della bomba atomica e di tutte le implicazioni di carattere morale sofferti dal famoso scienziato, siamo state ampiamente rispettate.
Infatti il film ha fatto registrare nel 2023 sia in ampio consenso di pubblico, essendo stato tra i film più visti della stagione, ma anche di critica.
La serata, svoltasi nella mecca del cinema, ovvero Hollywood, ha vissuto momenti molto intensi e di spettacolo;la cerimonia è stata contrassegnata da diversi appelli alla pace sia per l'Ucraina, teatro di una guerra di aggressione da parte della Russia, sia da appelli per la pace per il Medioriente, con ferme condanne non solo per l'atteggiamento e l'aggressione di Hamas dell'8 Ottobre,ma anche per la violenta reazione di Israele che sta distruggendo senza alcuna pietà per i civili Gaza city.
La serata degli Oscar si è conclusa con la consacrazione del grande regista Nolan, favorito della vigilia con il suo "Oppenheimer", che si è portato a casa i premi più importanti: film, regia, attore protagonista (Cillian Murphy), attore non protagonista (Robert Downey Jr), fotografia (Hoyte van Hoytema), montaggio (Jennifer Lame), musica (Ludwig Göransson). Un trionfo che inserisce finalmente Nolan nell’olimpo dei registi hollywoodiani e che consacra il sodalizio sentimentale e artistico con la moglie Emma Thomas, produttrice di tutti i suoi film: ritirando la statuetta, i due coniugi hanno entrambi ringraziato i loro bambini e si sono scambiati reciproci ringraziamenti, oltre ad avere (lei) parole di riconoscimento verso i «gestori dei cinema».
Del resto, l’estate scorsa "Oppenheimer" è stato con "Barbie" il protagonista di uno dei più grandi fenomeni di massa della recente cultura pop.
E proprio il film su Barbie aveva suscitato qualche polemica per aver scartato dalla candidatura all'Oscar Greta Gerwig e Margot Robbie, ma che comunque ha vinto una statuetta, quella per la miglior canzone "What Was I Made For" di Billie Eilish.
E sempre il protagonista maschile del film "Barbie" è stato uno dei protagonisti della serata, perché Ryan Gosling, rimasto a mani vuote come miglior attore, si è esibito nella canzone del film "I’m Just Ken", vestito di rosa barbie.
Nella categoria dei premi inevitabili ma giusti s’inserisce anche quello per la miglior attrice, andato a Emma Stone per "Povere creature" di Yorgos Lanthimos: nel discorso di ringraziamento (il suo secondo, dopo la vittoria nel 2017 con " La La Land" l’attrice ha parlato del vestito rotto e della voce perduta, ma ha voluto condividere il premio con le altre interpreti candidate, con un pensiero in più, forse, all’altra favorita, la Lily Gladstone di "Killers of the Flower Moon".
Il film di Scorsese è rimasto a mani vuote, come del resto molti altri film nominati per le categorie più importanti (e deve bruciare parecchio a Bradley Cooper la disfatta del suo ambiziosissimo "Maestro") e come pure " Io capitano" di Matteo Garrone, che ha visto andare l'Oscar per il miglior film internazionale al favorito " La zona d’interesse " di Jonathan Glazer, candidato anche come miglior film nella categoria principale e vincitore anche per il miglior suono (mentre gli effetti speciali sono andati al giapponese "Godzilla Minus One").
La guerra in Ucraina regge ancora come argomento del momento, con il premio al miglior documentario a "20 Days in Mariupol".
In una cerimonia senza vere e proprie sorprese, i premi forse meno scontati sono stati quelli per la sceneggiatura: per quella originale hanno vinto (meritatamente, per quanto da outsider) la regista Justine Triet e Arthur Harari per " Anatomia di una caduta" (altro trionfo per il film francese dopo la Palma d’oro a Cannes) e per quella non originale Cord Jefferson per il suo "American Fiction": uno di quei casi in cui Hollywood premia chi la prende in giro (nel film uno scrittore nero trova il successo e l’adattamento con un romanzo fasullo scritto per ridicolizzare la moda bianca di prostrarsi alle storie black…), un po’ perché si riconosce e un po’ perché ci tiene a farsi vedere autoironica. Giustissima, infine, la vittoria come miglior attrice non protagonista di Da’Vine Joy Randolph, madre di un figlio morto in Vietnam negli Stati Uniti dei primi anni '70 celebrati da " The Holdovers", e belli, per quanto non proprio necessari alle carriere dei rispettivi autori, i riconoscimenti a due grandi registi: Wes Anderson, premio Oscar come miglior cortometraggio con " La meravigliosa storia di Henry Sugar" (gli altri corti premiati sono stati l’animazione "War is Over! " e il doc "The Last Repair Shop") e Hayao Miyazaki, vincitore di un Oscar per il miglior film animato ("Il ragazzo e l’airone"), 21 anni dopo quello per " La città incantata".

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Ultimo aggiornamento: 27/04/2024 11:13