Talmassons, Sociale, Ricordi

Per tutte e tutti nel ricordo di Nellie Bly, giornalista d'assalto

di Pierina Gallina

Nell'ambito degli eventi dedicati al contrasto alla violenza sulle donne, ieri sera l'Associazione SimulArte in sinergia con l'Associazione l'Istrice e la Regione Friuli Venezia Giulia ha messo in scena uno spettacolo sulla vita della giornalista Nellie Bly al Teatro Polifunzionale di Talmassons.
L'appello di Elena Ponte, responsabile di Ambito Donna del Medio Friuli e Assessore del Comune di Talmassons, alla responsabilità, all'attenzione ai segnali di chi può aver bisogno di aiuto, ha centrato il motivo della serata: la giornata contro la violenza, sulle donne, in particolare. A lei si è aggiunto il sindaco, Fabrizio Pitton, orgoglioso di Ambito Donna, la convenzione firmata di recente tra nove comuni del Medio Friuli con capofila proprio Talmassons.
Per entrambi il "Non lasciamole sole" deve essere il pensiero e l'impegno di tutti, di ognuno di noi, a fianco dei punti viola, del 1522, dei centri di ascolto.
Sul palco l'attrice Carla Manzon, il narratore Valerio Marchi, i musicisti Alessio e Giuliano Velliscig hanno raccontato la storia di Nellie, iniziando da "Non ho mai scritto una parola che non provenisse dal mio cuore. E mai lo farò".
Aggiungendo le note di "Suzana", canzone scritta nel 1848.
Chi era Nellie? Era Elisabeth, detta Pink, perché vestiva di rosa. Era la preferita del padre, tra 15 figli. Dopo la sua morte, la madre sposa un uomo violento, che, a 14 anni, Elisabeth denuncia. Non potendo studiare, a 20 anni, dà inizio a una vita d'avanguardia. 
Viene assunta dal giornale locale e scrive delle ragazze operaie, dei matrimoni assurdi, dei divorzi. Cambia nome in Nellie Bly. È giornalista d'assalto. Nel 1886 va in Messico, poi a New York. Per un'inchiesta si fa chiudere in un manicomio nel 1887. Lo definisce "Trappola per topi umani. Miserabile collezione di umanità". Poi si finge ladra, prostituta, ragazza madre, mendicante. A 25 anni dimostra che le donne possono farcela da sole.
Fa il giro del mondo in 72 giorni, con una piccola valigetta.
Nel 1894, a 30 anni, sposa un uomo di 70, industriale. Lo diventa anche lei, migliorando la condizione delle operaie. Nel 1909 muore il marito. Nel 1911 scopre di essere stata derubata dal nuovo marito e cade in miseria. 
Quando scoppia la Prima Guerra Mondiale nel 1914, Nellie ne è corrispondente. I suoi discorsi sono manifesti pacifisti. Reporter, organizza raccolte per le vedove sole. Protegge le donne e lotta per il diritto di voto, felice di essere una di loro.
Nel 1922 muore di polmonite. Ha 57 anni. È sepolta nel Broncks, per sua volontà. "Seguimi lettore, guarda insieme a me. Resta sgomento, ma non diventare indifferente", le sue ultime parole.
Una vita, la sua, raccontata con elegante delicatezza e rispetto, suscita empatia e stima e desiderio di conoscerla meglio.
"Non è guerra tra uomini e donne. Siamo tre uomini, e una donna, che portano in giro storie di donne. Siamo dalla parte delle donne. La meta, elevata, cui guardiamo, è l' eliminazione della violenza.
Buona fortuna, good luck. A Nellie. A tutti noi", ha concluso il regista Valerio Marchi, lasciando una scia di speranza nel pubblico, coinvolto e partecipe.

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Ultimo aggiornamento: 27/04/2024 11:13