Lettere

Ennesimo colpo di scena: Cottarelli e elezioni anticipate

di V.G.

Nella lunga e snervante crisi di governo, i colpi di scena si susseguono a ripetizione. Infatti, anche il tentativo del prof. Giuseppe Conte di formare un esecutivo con personalità indicate o comunque espressione di un accordo tra i 5 Stelle e la Lega Nord, si è infranto. Il motivo sembra che sia apparentemente sul nome del dicastero più importante cioè quello dell’economia dove i partiti in questione volevano il prof. Paolo Savona molto critico sull’euro fino al punto di ipotizzare piani B di uscita, ma che ha trovato il non gradimento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Ma è proprio così? Legittimo resta il dubbio da un’attenta e non superficiale lettura dell’intricata vicenda. Da un lato non solo appare legittimo, ma persino doveroso pretendere con fermezza una revisione dello stare insieme nella moneta unica europea con le regole che negli anni sono state stabilite. Dall’altro è semplicemente devastante, anche il semplice adombrare sia pure come ipotesi accademica, l’uscita dallo stesso. I mercati reagiscono e dettano legge. Certo che questo fatto non va bene ed è inaccettabile, ma ci siamo chiesti perchè accade? Forse a causa di una politica debolissima e di una classe dirigente palesemente inadeguata e non credibile? L’Italia con un debito pubblico così abnorme e per il quale abbiamo acceso mutui i cui interessi ci vengono pagati dalla Banca Comune Europea che annovera come maggior azionista la Germania, può permettersi uomini di governo che fanno sparate o smargiassate? Io credo di no e l’esempio di quello che accaduto in Grecia con il primo ministro Alexis Tsipras che dopo la vittoria elettorale è stato costretto nell’arco di pochi mesi a sostituite il suo ministro dell’economia Gianis Varoufakis, lo dimostra eloquentemente. Senza gli interventi della BCE potrebbero trovarsi in pericolo le paghe dei dipendenti pubblici o le pensioni. Inoltre, per non compromette gli enormi sacrifici sostenuti dalle imprese e dai piccoli risparmiatori che rischiano di vedere impotenti, svanire quanto di positivo è stato fatto per risalire, anche parzialmente, la china, l’atteggiamento di forze di governo deve essere diverso. Invece di guardare alla convenienza elettorale facendo valutazioni o promesse che parlano solo alla pancia dei cittadini, una classe politica responsabile che si candida a governare il nostro paese, dovrebbe traghettarci fuori da questa crisi salvaguardando i risultati fin qui ottenuti, migliorandoli con pazienti e proficui negoziati nelle sedi europee. Se questo non fosse sufficiente per salvaguardare i nostri legittimi interessi nazionali, appare come ineludibile anche l’alzare la voce chiedendo con dignità e determinazione, di rivedere alcune scelte. Ovviamente, questo dovrebbe essere supportato e raccordato con le politiche di altri paesi amici e in difficoltà come noi. Trovare dunque un’indispensabile sinergia tra gli stati del Sud Europa rispetto al ruolo dominante di quelli del Nord. Il presupposto è però che non si può stare con un piede dentro l’Europa e l’euro, mentre con l’altro piede, fuori da entrambi. Si rischia grosso, perdendo oltremodo in credibilità. Il capo dello stato Mattarella attaccato da certi partiti, ma soprattutto nel web, in un modo che ha superato ogni limite di decenza e civile rispetto alla sua persona oltre che all’alta istituzione che rappresenta, ha registrato l’ennesima empasse politica. Pertanto, è ritornato sull’idea di un governo di servizio che in breve tempo, predisponga la legge di stabilità (bilancio) 2019 senza della quale si passerebbe necessariamente all’esercizio provvisorio con atti di sola ordinaria amministrazione. Ove possibile, lo stesso governo, potrebbe proporre in parlamento la correzione della legge elettorale, per poi tornare subito alle urne. Con questa impostazione, è stato incaricato come presidente del consiglio il prof. Carlo Cottarelli, economista, a suo tempo commissario alla Spending Review cioè l’organismo governativo che si occupa di monitorare tutti gli sprechi della pubblica amministrazione, proponendo i relativi tagli. Ormai siamo al limite ed in oltre 70 anni di storia repubblicana, mai si è registrato un tale aspro scontro tra le forze politiche, a quasi tre mesi dalle votazioni. Se come paese però ce l’abbiamo fatta in altre occasioni difficili o tormentate, possiamo, anzi dobbiamo farcela anche nel presente snodo. A ogni livello, mettiamocela tutta!

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Ultimo aggiornamento: 28/03/2024 01:48