Lettura scenica del romanzo di Stefano Moratto
A cura di Massimo Somaglino
Con Massimo Somaglino, Fabiano Fantini e Elvio Scruzzi
Musiche di Vittorio Vella (tastiere e complementi sonori) e Denis Biason (chitarra)
Kebar Krossé, uno dei romanzi più intriganti della narrativa contemporanea in friulano, che è stato pubblicato recentemente, racconta, con un friulano sperimentale, una città chiusa, circondata da un deserto indecifrabile e mortale. Una città che non ha più domande da rivolgere, che avvizzisce silenziosamente, un po’ al giorno, nell’indifferenza generale. I residenti, infatti, trascorrono il tempo impiegati in lavori incomprensibili, ma codificati in ogni minimo dettaglio e in una sorta di osterie, chiamate “primarole”, dove si ubriacano con i “papots”, torbidi beveroni sintetizzati nei reparti alimentari che producono il cibo (e che cibo!) per tutti.
Protagonista è Montàg (con esplicito riferimento a Fahrenheit 451 di Ray Bradbury) che, a differenza degli altri, sente “il nulla” che preme ovunque e si pone delle domande. La sua ricerca lo porterà così a incontrare Mamì Manamà, la splendente, a frequentare la “Cengle Nord Est” (la favela posta ai confini urbani) e a scoprire che il “nulla” del deserto non solo non uccide, ma può essere una possibilità. Possibilità che, la città, non ha più.