Riflessioni di Angelo Floramo, Stefano Moratto e Giuliana Musso
Musiche eseguite da Francesco Tirelli (voce e percussioni),
Nicola Tirelli (sitar e tastiere) e Federica Tirelli (viola)
In un’epoca in cui il vuoto sembra avere preso il sopravvento, inghiottendo e trasformando tutto, si delinea l’urgenza di una riappropriazione di forme e di contenuti capaci di rivendicare le urgenze dell’esistere. Caserme, biblioteche, piazze, capannoni di periferia e stazioni tracciano inquiete topografie che paiono sempre di più come la proiezione di una società al limite della catastrofe, soggetta a metamorfosi non prevedibili, dominata dall’irrazionalità o peggio dall’indifferenza.
Alla presunzione dell’ “antropocene” che si fagocita da sé, si avverte l’urgenza di una rifondazione che sappia soffiare ancora l’afflato del contenuto dentro le evoluzioni della forma. Due voci importanti si intersecheranno fra di loro, stimolate da Angelo Floramo: Giuliana Musso e Stefano Moratto. Non si tratta di una tavola rotonda ma di uno spazio di assoluta libertà in cui ciascuno saprà regalare l’emozione del pensiero secondo i moti più congeniali al proprio dire: perché togliere significa liberare e svuotare può essere una rara opportunità per riempire.