Lettere

Insistere per diritti negati: assistenza o insistenza?

di Linda Tubaro

Ehilà! Sono sempre io, vi ricordate l’articolo sul mondo del lavoro per i giovani?
Ebbene, rieccomi! In questo articolo vorrei porre luce su un argomento a cui non sempre viene data la giusta attenzione sulla base di futili spiegazioni.
Quante volte abbiamo dovuto insistere per qualcosa anche se era un nostro diritto?
A cosa mi riferisco di preciso?
A molti ambiti e in molti settori…mi spiego meglio…
Qui non si tratta solo di ingiustizia, ma di comportamenti scorretti su una base di indisponenza vera e propria.
Nello scorso articolo mi sono rivolta a chiunque ponesse stereotipi sui giovani riguardo al vasto mondo del lavoro e del poiché anch’esso non si ponesse sempre nei giusti modi.
Praticamente chiunque nella propria vita ha assistito ad ingiustizie senza poter o aver abbastanza audacia nell’agire per difendere o difendersi, e non riguarda solo le persone ma anche i contesti.
Un esempio semplice?
Se qualcuno paga per un servizio perché non avrebbe il diritto di averlo o usufruirlo?
Soprattutto nei contesti in cui le persone dovrebbero fornire assistenza più o meno importante, ciò non dovrebbe essere su insistenza e per sfinimento dall’altra parte!
Qui non si tratta di rimborsi o cose di dubbia importanza a cui predisporre una serie di scusanti e cose varie...proviamo a riflettere su qualche settore in cui l’assistenza dovrebbe ricoprire il ruolo chiave…
Per esempio possiamo pensare al settore della giustizia o della sanità…giusto per citarne alcune.
Volendo entrare più nel fulcro del discorso…cosa ne pensate della giustizia Italiana?
Forse ci sarebbe così tanto di cui parlare che è meglio concentrarsi solo su qualche settore…magari raccontando qualcosa di generico.
Riguardo a questo ambito ritengo giusto che l’assistenza fornita sia quanto meno presente interamente e non solo dietro l’insistenza di chi ne usufruisce, basata peraltro sul compenso economico.
Ad esempio se una persona decidesse di rivolgersi ad un avvocato per una questione legale riterrei corretto una consulenza continua e svolta soprattutto con disponibilità senza far pesare ogni azione che esso svolge dato che come ogni altro professionista percepisce un compenso.
Ovvio, come tutti, c’è chi ha passione per il proprio lavoro e chi lo svolge in maniera ripetitiva senza incanalare la giusta diligenza in essa…ma d’altro canto se qualcuno svolge un lavoro è perché lo ha scelto e quindi nessuno è stato obbligato.
E se invece pensassimo all’ambito medico?
Qui più che negli altri settori la disponibilità e la passione sono alcune delle prime risorse da osservare in un professionista.
Parliamoci chiaro, si comprende subito chi svolge l’attività medica con passione e chi no…
Chi opera in prima linea soprattutto deve assolutamente dimostrare predisposizione all’aiutare…anche se in alcuni casi ciò non avviene per chissà quali motivi.
Poi se ci fosse almeno il giusto quantitativo di empatia in più non sarebbe male ecco.
Ricordiamo:
“L’empatia anche per il più piccolo degli animali è una delle più nobili virtù che un uomo può ricevere in dono” (Charles Darwin).
Ultimo aggiornamento: 18/04/2024 07:20