20/06/2024
Camino al Tagliamento
Claps, il Tagliamento ogni sasso una storia
di Pierina Gallina
Sotto al secolare salice dell'agriturismo "Là di Morson", in via Molino, si è svolta la seconda serata del Festival “Os, Mos, Boboros”, giunta alla terza edizione, e curata dall’ Associazione “Boboròs”, di Bugnins, presieduta da Enrico Peterlunger, in memoria di don Gilberto Pressacco.
Davanti a un folto pubblico, tra una luna piena da afferrare, ranocchi in concerto, cielo acquerellato e piacevole frescura, la ricercatrice Chiara Scaini ha coordinato la serata dal tema “Il Tagliamento, ogni sasso una storia”.
La prima parte è stata affidata alla geologa varmese Paola Tubaro, in dialogo con la mosaicista Giulia Vesentini, sul variegato ambiente del Tagliamento, da trecentomilioni di anni fa a oggi e sul valore dei sassi, mai inerti, ma sempre narranti le dinamiche terrestri da cui sono stati generati.
“La nostra esistenza è troppo breve perché possiamo accorgerci delle trasformazioni geologiche, ma i sassi ci aiutano a comprenderne i vari passaggi e le varie ere” ha spiegato la prof.ssa Tubaro, con interessanti documentazioni fotografiche.
“Il Tagliamento è un fiume emblematico, interamente friulano, tranne poche centinaia di metri in Comune di Lorenzago, in Veneto. In 175 km racchiude una storia lunga oltre 400milioni di anni, da quando esisteva solo il mare. Raccoglie le acque dalle montagne, annaffia i fiumi di risorgiva e le convoglia al mare Adriatico.
È un asso pigliatutto, che, in 100mila anni, si è creato la sua valle. Nel suo scorrere, raccoglie una grande varietà di sassi, che trovano origine nelle catene montuose. I sassi, come gli individui, ne raccontano la storia e ne suggeriscono i mutamenti. Alcuni esempi? Il sasso-Porfido racconta un evento esplosivo, l’Arenaria della Val Gardena è un calcare grigio scuro di 400 milioni di anni fa, la biancastra Breccia di Ugovizza è stata depositata in un mare anossico ovvero senza ossigeno” ha continuato.
“Solo nel Tagliamento” ha spiegato la mosaicista Giulia Vesentini “si trovano sassi di colori sgargianti, verde, giallo, rosso, che si rivelano dopo bagno d’acqua. Vengono utilizzati per realizzare i mosaici, senza escludere i bianchi, i neri e i grigi, dotati di personale bellezza cromatica”. A documentazione, ha presentato i quadri a mosaico realizzati da Matteo de Giusti, Dario Da Frat e Sara Vera.
La geologa Tubaro ha concluso il suo intervento citando il libro “Guida al riconoscimento dei ciottoli del Tagliamento” scritto da Federico Sgobino, geologo.
Anna Sandrini, regista e videomaker di Tarvisio, ha presentato spezzoni di un film sull’Europa vista dall’acqua, girato sul Danubio, per oltre cinquemila chilometri in barca a vela, senza confini di stato.
Un’esperienza intensa vissuta nel 2012, cui ha aggiunto la scoperta del Tagliamento. “Entrambi dalla personalità forte, hanno un’anima che li unisce e una umanità unica” ha confidato, in punta di emozione.
Ha riassunto il Tagliamento, come “Il fiume cui è ancora concesso di essere selvaggio, se stesso, libero esploratore. Con il suo disegno multiforme, non può appartenere a un’unica corrente, perché nasconde la forza tutta friulana dell’andare avanti. È il grande disegnatore del tempo. È memoria liquida, che collega a un tempo più grande di noi”.
Una serata ad alta energia, abbinata al solstizio d’estate, nel pieno rigoglio della natura, alla scoperta del territorio prezioso di Camino al Tagliamento. Sulle tracce di un’eredità friulana, tramandata da poeti e rustici visionari e amanti della vita.