L’inverno demografico in Italia e nel Medio Friuli (parte 2^)
di Mario Passon
L’inverno demografico è una realtà che viviamo da diversi decenni: declino della natalità e invecchiamento della popolazione. Il primo tema lo abbiamo sviluppato alcune settimane fa con l’articolo LINK e finiva così “alla prossima puntata le statistiche sull’invecchiamento della popolazione”. In questa occasione parliamo di invecchiamento della popolazione prendendo a prestito alcuni titoli di giornali. Lavoro: meno giovani e più algoritmi; L’Italia nella traiettoria della solitudine; Nel 2030 i giovani saranno una minoranza; l’Italia del lavoro non sarà più la stessa. “In 25 anni le persone da 65 anni in su – dice l’Istat – passeranno dal 24,3% (una su quattro) al 34,6% (una su tre) e 6,5 milioni vivranno da soli”. Ecco le statistiche del Medio Friuli. L’Istat pubblica ogni anno la popolazione di ogni comune per età, genere e stato civile. Informazioni importanti per capire come si distribuisce la popolazione del Medio Friuli per classi di età e come è cambiata la struttura della popolazione dei nostri comuni. Oggi il Medio Friuli conta 48mila e 500 abitanti le persone da 65 anni e oltre sono 13mila e 500 cioè il 27,8% del totale. Se poi ci concentriamo sulle età da 85 anni in su, registriamo 2.200 residenti. I giovani e cioè i residenti che hanno meno di 25 anni sono 9.954, di cui 5mila e 300 con meno di 15 anni. Chi oggi ha 65 anni e oltre nel lontano 1961 era un ragazzo ed erano tanti: 10mila e 700 i ragazzi sotto i 15 anni al Censimento 1961 il doppio di oggi. Di questa coorte diversi sono emigrati fuori dal Medio Friuli, altri sono arrivati nel Medio Friuli, alcuni sono deceduti … resta sempre una robusta parte di popolazione che oggi è pensionato. Nei prossimi anni arriverà una coorte altrettanto robusta di “giovani” del Censimento 1971che erano 10mila. Alcune domane: sempre meno studenti a scuola?, sempre meno lavoratori? le aziende li sostituiranno con l’intelligenza artificiale?, il vero lavoro sarà occuparsi degli altri?, quali lavori esisteranno e quali resisteranno?, La Banca d’Italia, stima una perdita di 9 punti del PIL, da qui al 2050 e la Ragioneria generale dello Stato stima che la spesa sanitaria arriverà al 7,2%. La spesa pensionistica toccherà il picco al 17% nel 2040.
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